Come funzionano i crediti di carbonio: una guida semplice

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In un mondo che cerca soluzioni concrete alla crisi climatica, i crediti di carbonio stanno diventando uno strumento centrale per ridurre le emissioni e promuovere pratiche sostenibili. Ma cosa sono davvero? Come funzionano? E perché sempre più aziende decidono di investire in essi? In questo articolo rispondiamo a queste domande in modo chiaro e accessibile.

Cosa sono i crediti di carbonio?

Un credito di carbonio è un certificato che attesta la riduzione o l’assorbimento di una tonnellata di anidride carbonica (CO2) o di un gas serra equivalente. 

In pratica, quando un progetto – come una riforestazione o una pratica agricola rigenerativa – riesce a sottrarre CO2 dall’atmosfera o a evitare nuove emissioni, genera crediti di carbonio che possono essere venduti ad aziende o privati per compensare le proprie emissioni.

Il mercato dei crediti di carbonio: numeri e potenziale

Esistono due principali mercati: quello regolamentato (ETS – Emissions Trading System) e quello volontario.

Il mercato regolamentato è disciplinato da enti pubblici e nasce nell’ambito di accordi internazionali e legislazioni nazionali. In Europa, ad esempio, il sistema ETS dell’UE (EU ETS), introdotto nel 2005, è il principale strumento per la riduzione delle emissioni di gas serra nei settori industriali ad alta intensità energetica. Le aziende ricevono o acquistano permessi di emissione e devono restituirne uno per ogni tonnellata di CO2 emessa. Se un’azienda riduce le proprie emissioni sotto il limite stabilito, può vendere i permessi in eccesso ad altre aziende (nel cosiddetto meccanismo “cap & trade”).

Il mercato volontario, invece, non è soggetto a obblighi normativi: chiunque può acquistare crediti di carbonio per mitigare le proprie emissioni, promuovere azioni di responsabilità ambientale e quindi migliorare la propria immagine aziendale. Questo mercato è guidato da standard internazionali come VCS (Verified Carbon Standard) o Gold Standard, che certificano i progetti secondo criteri scientifici.

Negli ultimi anni, il mercato volontario ha registrato una crescita esponenziale. Secondo il Voluntary Carbon Market Outlook 2024, il mercato ha superato i 2 miliardi di dollari nel 2023, partendo da un valore di circa 300 milioni nel 2019: si tratta di un incremento di oltre il 560% in appena quattro anni. Le stime prevedono che entro il 2030 il mercato possa raggiungere i 50 miliardi di dollari, trainato soprattutto dalle politiche ESG (Environmental, Social, Governance) e dalla crescente consapevolezza ambientale dei consumatori.

I settori più attivi? Energie rinnovabili, riforestazione, agricoltura rigenerativa, tutela delle foreste, cattura del carbonio e gestione sostenibile del suolo. Le tendenze di mercato indicano una crescente richiesta di crediti di alta qualità, legati a progetti trasparenti, localizzati e con impatti positivi anche su biodiversità e comunità locali.

Come si ottengono?

Capire come funzionano i crediti di carbonio significa anche sapere come si generano. I crediti nascono da progetti certificati, validati da standard internazionali, in grado di dimostrare con rigore scientifico la riduzione o l’assorbimento di gas serra. Ogni tonnellata di CO2 evitata o assorbita equivale a un credito.

Secondo il rapporto State of the Voluntary Carbon Markets 2023, oltre il 48% dei crediti emessi nel mercato volontario proviene da progetti legati alla natura (Nature-Based Solutions), tra cui l’agricoltura rigenerativa e la riforestazione.

Tra le pratiche più promettenti, l’agricoltura sostenibile gioca un ruolo chiave: tecniche come la semina su sodo, le colture di copertura, il compostaggio, l’agroforestazione e la gestione integrata del suolo contribuiscono in modo significativo alla riduzione delle emissioni. Si stima che l’agricoltura rigenerativa possa sequestrare da 2 a 5 tonnellate di CO2 per ettaro all’anno, a seconda delle pratiche adottate e delle condizioni pedoclimatiche.

Come funzionano nel dettaglio?

Per generare crediti di carbonio validi sul mercato è necessario seguire un protocollo rigoroso:

  1. Misurazione: ogni progetto agricolo deve misurare in modo scientifico la CO2 assorbita o evitata.
  2. Verifica: un ente terzo indipendente verifica i dati e le metodologie.
  3. Certificazione: l’intero progetto viene certificato da standard internazionali come VCS (Verified Carbon Standard) o Gold Standard.
  4. Registrazione: i crediti vengono registrati in database trasparenti e tracciabili.

Questa filiera garantisce l’affidabilità dei crediti e la loro reale efficacia climatica. Non tutti i crediti sono uguali: la qualità dipende dalla solidità scientifica e dalla trasparenza del progetto.

Forever Bambù rappresenta un modello virtuoso in questo scenario: la forestazione di bambù gigante offre una soluzione ad alto rendimento ambientale. Secondo la UNI/PdR 156:2024, il bambù gigante è in grado di assorbire una media di 443 tonnellate/anno/ettaro in 30 anni, un valore significativamente superiore rispetto alla maggior parte delle specie arboree tradizionali.. Inoltre, il bambù non solo rigenera i suoli impoveriti, ma fornisce anche materia prima rinnovabile per molteplici settori, dall’edilizia alla cosmetica. Una soluzione naturale, circolare e replicabile.

Dai numeri all’azione: il valore reale dei crediti di carbonio

Abbiamo iniziato chiedendoci come funzionano i crediti di carbonio. Ora sappiamo che sono strumenti certificati, affidabili e sempre più centrali nella lotta al cambiamento climatico.

Forever Bambù investe ogni giorno in un modello sostenibile, circolare e certificato. Se cerchi una soluzione concreta per la tua azienda, basata su un progetto di rimozione reale della CO₂ dall’atmosfera, i nostri Crediti di Carbon Removal (CCR) sono ciò che fa per te.

Vuoi approfondire o capire come partecipare? Scrivi a segreteria@foreverbambu.com: ti guideremo passo dopo passo verso un futuro più responsabile, un credito alla volta.

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