C’è qualcosa di profondamente potente in un evento: è l’incontro tra idee, persone, visioni. Ma troppo spesso, ogni anno, il 9 maggio merita di essere ricordato come una data fondamentale nella storia della difesa dell’ambiente. In quel giorno, nel 1992, è stata adottata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Un nome forse lungo e poco noto al grande pubblico, ma che ha cambiato il modo in cui il mondo affronta la crisi climatica.
Questa Convenzione ha segnato l’inizio di un impegno globale, coordinato e concreto per contenere il riscaldamento del pianeta. È stata la base di accordi internazionali importanti come il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi, e ancora oggi guida le decisioni politiche in tema di ambiente e clima.
Che cos’è la Convenzione quadro delle Nazioni Unite?
La Convenzione quadro delle Nazioni Unite è un trattato internazionale approvato durante il Summit della Terra a Rio de Janeiro. Il suo obiettivo principale è chiaro: stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera per evitare danni gravi al sistema climatico.
È entrata in vigore nel 1994, ed è stata firmata da oltre 150 Paesi, tra cui l’Italia. Anche se inizialmente non prevedeva obblighi vincolanti, ha posto le basi per azioni concrete contro il cambiamento climatico.
I principi che la guidano
La Convenzione si fonda su valori condivisi che, ancora oggi, restano attuali:
- Responsabilità comuni ma differenziate: tutti i Paesi devono agire, ma quelli più sviluppati – e più responsabili delle emissioni storiche – devono fare di più.
- Precauzione: è meglio prevenire che curare. Anche senza certezze assolute, bisogna intervenire per evitare danni irreversibili.
- Sostenibilità: le politiche ambientali devono essere compatibili con lo sviluppo economico e il benessere delle popolazioni.
Cosa ha generato questa Convenzione?
Dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sono nati diversi strumenti pratici e vincolanti, che hanno segnato la politica climatica globale:
- Il Protocollo di Kyoto (1997)
È il primo accordo internazionale che ha imposto obiettivi concreti di riduzione delle emissioni ai Paesi industrializzati. È stato un passo storico, anche se con dei limiti, e ha aperto la strada a meccanismi innovativi come il mercato dei crediti di carbonio.
- L’Accordo di Parigi (2015)
Tutti i Paesi del mondo si sono impegnati, con questo accordo, a contenere l’aumento della temperatura media globale sotto i 2°C, puntando a non superare gli 1,5°C. Ogni Paese stabilisce i propri obiettivi, aggiornandoli nel tempo, in un processo trasparente e condiviso.
Perché il 9 maggio è una data che conta
Ricordare il 9 maggio significa dare valore al momento in cui la comunità internazionale ha deciso di prendere sul serio la crisi climatica. Non è solo una ricorrenza simbolica: è il giorno in cui è stato tracciato il primo solco verso una politica ambientale globale.
Quella firma ha avviato un percorso ancora in evoluzione, fatto di successi, difficoltà e grandi sfide. Ma è anche la prova che insieme possiamo fare la differenza, un principio che oggi più che mai deve guidare le nostre scelte.
Il legame tra la Convenzione e il lavoro di Forever Bambù
Nel quadro tracciato dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite, anche le soluzioni basate sulla natura giocano un ruolo chiave. Una di queste è la riforestazione intelligente, come quella portata avanti da Forever Bambù.
Noi di Forever Bambù abbiamo scelto di puntare sul bambù gigante, una pianta straordinaria che cresce rapidamente, rigenera i suoli e soprattutto assorbe grandi quantità di CO2. Ogni ettaro di bambù può catturare fino a 60 tonnellate di anidride carbonica all’anno.
Questo significa che, con le nostre foreste, contribuiamo in modo attivo agli obiettivi della Convenzione, offrendo un’alternativa concreta e sostenibile per contrastare il cambiamento climatico.
Guardare avanti con consapevolezza
A oltre trent’anni dalla sua nascita, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite continua a essere il pilastro dei negoziati internazionali sul clima. Ogni anno si riuniscono le cosiddette COP – Conferenze delle Parti – per definire nuovi impegni, misurare i risultati e rafforzare la cooperazione globale.
Ma non possiamo lasciare tutto solo alle decisioni dei governi. Ognuno di noi può fare la propria parte. Aziende, cittadini, istituzioni locali: il futuro del pianeta dipende anche dalle scelte quotidiane.
Forever Bambù è nata proprio con questa convinzione. Lavoriamo ogni giorno per un’economia più verde, per un modello di sviluppo rigenerativo, per un futuro in cui ambiente e benessere possano camminare insieme.