Hai un terreno che vuoi mettere a reddito o di cui vuoi migliorare il rendimento?
Forever Bambù è dal 2014 la prima iniziativa 100% made in Italy che recupera terreni abbandonati, li lavora e li piantuma con un esclusivo protocollo agroforestale biologico e simbiotico per trasformarli in foreste di bambù gigante di proprietà. Da oggi con il progetto “My Bambù – Crea la Tua Foresta” offriamo a tutti gli agricoltori la possibilità di creare il proprio bambuseto in Italia
Siamo inoltre l’unica azienda del settore ad aver certificato le proprie foreste per l’assorbimento di CO2 in collaborazione con l’Università di Siena, Rina, La Sapienza, L’Università della Tuscia ed Isires… L’impatto positivo delle nostre piantagioni in termini di mitigazione della carbon footprint è cedibile ad imprese terze inquinanti con il progetto Forever Zero CO2 e crediamo che diventerà un asse portante dell’agricoltura, grazie al Registro italiano dei Crediti di Carbonio Agroforestale.
Forever Bambù è diventata dal 2021 Società Benefit, con la fusione di oltre 40 società agricole per 250 ettari di proprietà, piantumati con 198.000 piante, con la partecipazione di oltre 1650 soci provenienti da tutta Europa.
La troupe di E Planet – Italia 1 ha visitato una delle nostre foreste e l’ha presentata come un aiuto concreto al contrasto al Cambiamento Climatico. L’assorbimento di CO2 dei nostri bambuseti infatti è stato quantificato, analizzato e certificato. Con Forever Zero CO2 cediamo questo impatto positivo ad aziende inquinanti e lo stesso potrai fare Tu, direttamente o tramite Forever Bambù.
Perché le nostre foreste assorbono così tanta CO2 e perché questo assorbimento può divenire il Tuo business futuro? Scopriamo la risposta a questa domanda in questo video da cui si evince l’incredibile potenziale di polmone verde del Bambù Gigante gestito con l’esclusivo metodo agro-forestale biologico e simbiotico di Forever Bambù.
In questo speciale TG1 RAI Ti aiuterà a comprendere come faremo fruttare il Tuo bambuseto con un progetto di economia circolare che coniuga il rispetto per l’ambiente all’impresa e quanto la filiera produttiva delle bioplastica sia articolata e promettente.
Il nostro agronomo Raffaele Mana ospite a Geo – RAI 3 spiega tre motivi per cui il progetto di Forever Bambù fa la differenza per il Pianeta, in particolare scoprirai:
1 – Perché abbiamo scelto il Bambù Gigante
2 – Cosa si può produrre con questa pianta
3 – Come la sua piantumazione impatterà sul nostro ecosistema
Le nostre foreste come la Tua sono il futuro della
vera Sostenibilità, fatta in Italia per le Aziende Italiane.
Crediamo che la coerenza e la concretezza siano alla base di ogni progetto vincente perciò le nostre foreste sono visitabili, perché Tu possa toccare con mano quello che puoi realizzare con noi!
La Sostenibilità genera reddito due volte con My Bambù! Puoi ottenere un reddito dalla vendita della biomassa di bambù, sempre più utilizzata in sostituzione a materiali inquinanti, e inoltre puoi vendere la CO2 assorbita dal Tuo bambuseto.
Le piante sono accuratamente selezionate e pronte per essere piantate e… il vaso non si butta! Applicando l’esclusivo protocollo agro-forestale biologico e simbiotico da noi ideato, utilizziamo vasi biodegradabili che vengono messi a dimora direttamente nel terreno. Questo significa meno rifiuti, una piantumazione più semplice e nessuno stress da rinvaso per la pianta.
Avvii un’attività imprenditoriale anche se non sei un imprenditore agricolo e non hai conoscenze specifiche: Forever Bambù Ti affianca con un servizio di valutazione preliminare sul campo, secondo le esigenze specifiche del Tuo terreno e può offrire assistenza ulteriore dopo la piantumazione.
Un progetto che dura un secolo! Scegli di coltivare il bambù, una pianta resistente che può vivere anche 100 anni, producendo germogli e canne per tutta la sua vita.
Contribuisci a salvaguardare l’ambiente poiché il bambuseto cattura molta CO2 e libera ossigeno, migliorando la qualità dell’aria.
Qualunque sia la situazione iniziale del terreno, serve una adeguata preparazione, valutata in base al terreno stesso, che consenta di ottenere la migliore condizione di sofficità ma anche di gestione dei piani per lo sgrondo delle acque meteoriche e di corrivazione.
La piantumazione è la seconda operazione in ordine temporale ma la prima per importanza. La messa a dimora delle piante è infatti centrale per iniziare col piede giusto. Scegliere la giusta epoca di trapianto, avere una corretta gestione delle piante a bordo campo, aver definito e tracciato il sesto d’impianto, avere la giusta tecnica di trapianto e la corretta quantità di acqua fin da subito.
Il momento della gestione dei primi anni della piantagione è importante come i primi due passaggi precedenti. Gestire infatti il programma di irrigazione adeguandolo alle necessità delle piante, mettere in atto il corretto piano di concimazione, e tenere a bada le erbe infestanti, sono i semplici segreti di una buona conduzione del Tuo bambuseto.
Quando la foresta sarà a regime, sarà davvero facile gestirla in quanto l’impegno corrisponde per la maggior parte, alla produzione di biomassa e quindi alla produzione di fatturato. Oltre a ciò, tenere puliti i fossati perimetrali, e tenere a bada eventuali animali nocivi (nutrie, caprioli e cinghiali per citarne solo tre).
Puoi scegliere tra lotti da 540 o 1080 piante per ettaro e multipli, in base alla grandezza del Tuo terreno. Ogni pianta è coltivata con metodo simbiotico che garantisce la forza della pianta, l’attecchimento e la crescita vigorosa.
Riceverai le Tue piante accuratamente selezionate e pronte per essere piantate facilmente grazie al vaso biodegradabile che non deve essere buttato: zero rifiuti e nessuno stress da rinvaso per la pianta.
Ti garantiamo un servizio di valutazione preliminare da parte di un agronomo specializzato che indicherà il tipo di lavori necessari, il tipo di concimazione, come creare l’impianto di irrigazione e come mettere a dimora le piante. Inoltre, Ti forniremo materiali didattici per acquisire le conoscenze utili per tutte le fasi di crescita della pianta.
Hai bisogno di un aiuto in più? Su richiesta, potrai contare su un supporto tecnico specializzato aggiuntivo per la crescita ottimale, per la gestione a regime del Tuo bambuseto e per risolvere quelle difficoltà che, naturalmente, possono emergere nella gestione quotidiana. Ti possiamo supportare in ogni passaggio mettendoti a disposizione il team di agronomi più preparato d’Italia per la gestione e la messa in opera dei bambuseti.
Nel giro di 5 anni le Tue piante cominceranno a produrre biomassa in modo significativo e raggiungeranno la piena maturità entro il nono anno. Grazie a Forever Bambù entrerai in una filiera green e made in Italy che sfrutta le numerose applicazioni della biomassa (tessile, bioplastica, bioedilizia) e l’assorbimento di CO2 certificato delle sue foreste con cui potrai generare un introito costante.
Il Bambù Gigante è una delle circa mille specie di bambù e cresce dappertutto ma le condizioni a lui più idonee sono quelle con terreni molto sciolti, ovvero alta percentuale di sabbia e pietrisco (anche oltre il 10%) e con un pH tra 6.5 e 7. Tuttavia, anche se le condizioni di base non sono quelle ottimali qui menzionate, è possibile correggere pH e struttura del terreno, ovviamente entro certi limiti oltre i quali tale correzione sarebbe antieconomica. Ciò considerato sarebbe meglio partire da una buona base di partenza.
L’esposizione al sole ottimale è sud-est, non dovrebbe essere diretta (sud) ma anche con esposizione piena al sole, a fronte di una buona dotazione di acqua, si può tranquillamente piantare.
La pendenza non è un problema per la crescita delle canne ma va tenuto conto che può rappresentare un problema per la gestione. Soprattutto nei primi 3-4 anni infatti sono necessarie molte lavorazioni pertanto la pendenza – come per qualsiasi altra coltivazione – potrebbe essere un ostacolo alla trazione, al passaggio di mezzi meccanici. Inoltre, va considerato che, in occasione della raccolta di canne e germogli, la pendenza crea le stesse criticità e la biomassa va raccolta manualmente, il che potrebbe risultare antieconomico.
Quindi per concludere, il bambù cresce comunque anche in terreni non idonei, con tempistiche e costi diversi in quanto vanno applicati accorgimenti agronomici e chimici (di ammendaggio) da applicare per ovviare al problema del pH non perfetto e/o del terreno troppo costipato che non permettono la crescita dei rizomi.
Sì, il bambù ha bisogno di acqua, dal primo momento in cui viene trapiantato sul campo alla fase di crescita completata ovvero fino al settimo anno, per garantire alla piantagione una crescita regolare e uno sviluppo ottimale. L’acqua è un fattore importante che va gestito bene, evitando dispersioni ed inefficienze. Gli impianti migliori per la crescita di un bambuseto sono quelli ad aspersione (a pioggia o a scorrimento) che però sono meno performanti dal punto di vista ambientale per cui sono da preferire gli impianti di irrigazione a goccia superficiali, o meglio interrati, che ottimizzano l’apporto d’acqua alla pianta madre e consentono la crescita dei rizomi nella striscia irrigata.
Il bambuseto, a regime, non necessita di molta acqua: abbiamo esempi di bambuseti che nelle torride estati 2021 e 2022 non sono stati irrigati né hanno subito piogge e, nonostante ciò, non hanno avuto problematiche di sviluppo. Ciò detto, tuttavia, alla luce dei cambiamenti climatici e della crescente scarsità d’acqua, c’è bisogno di avere un impianto di irrigazione di supporto per compensare l’apporto irriguo in caso di emergenza.
Sì, nei primi due o tre anni ha bisogno che le erbe infestanti vengano tenute sotto controllo con trinciature meccaniche e lavorazioni manuali che estirpino le malerbe autoctone. Tuttavia all’interno del nostro metodo di gestione agro-forestale prevediamo di lasciare delle aree di biodiversità, anche con questi vegetali a crescita spontanea che diventano per noi una ricchezza in quanto le utilizziamo come concime, inglobandole nel terreno.
La gestione della piantagione è principalmente meccanica, tuttavia nel primo biennio è necessario integrare anche pulizia manuale, non essendoci ad oggi una tecnologia in grado di arrivare sufficientemente vicino alla pianta senza danneggiarla. Oltre alla gestione delle malerbe va lavorata l’interfila, nei terreni sabbiosi solo nel primo anno e in quelli più difficili fino al quarto anno. Ciò consente di preparare il fondo con una ripuntatura e un'erbicatura, rendendolo così più morbido, decompattandolo e favorendo la penetrazione dei rizomi.
Sì, da tutti i punti di vista!
A livello ambientale perché è una delle piante erbacee più performanti a livello di stoccaggio del carbonio, sia nell’area epigea (la parte verde che esce dal terreno) che ipogea poichè sviluppa, quasi in pari volume, biomassa sotto terra. Ha una fotosintesi molto spinta che fissa tantissima CO2 dall’atmosfera. Vivendo almeno sessant’anni, non ha costi di reimpianto e quindi non deve essere investita nessuna risorsa in termini di tempo o meccanizzazione per la ripiantumazione.
Anche dal punto di vista produttivo è molto profittevole poiché produce quantità importanti di biomassa, utilizzabile come canna tal quale oppure cippata per produrre bioplastiche ed altri materiali.
Infine, considerando la prospettiva economica, è importante che la coltivazione sia inserita in una filiera con un progetto lungimirante come quella di Forever Bambù e bisogna considerare che l’investimento è attrattivo per un’azienda agricola che impieghi nel progetto l’attrezzatura e la manodopera che già possiede, saturandone la capacità produttiva, mentre un’impresa che appalti all’esterno le lavorazioni e/o investa nella meccanizzazione ad hoc per il bambù deve fare considerazioni più accurate. In entrambi i casi va attentamente ponderato l’impegno in termini economici e di tempo dedicato.
È vero, il bambù è un infestante ma a ben guardare qualsiasi pianta non desiderata in un campo lo è. Nel nostro caso noi stiamo coltivando una pianta ad alto tasso di propagazione per via rizomatosa ed ovviamente all’interno del nostro campo il bambù si configura come la coltura principale (non come un infestante). Preso atto di questo, è legittimo chiedersi come contenerlo. Il bambù si propaga per porzioni radicali di rizoma. Il rizoma è la radice del bambù che si divide in due corpi principali, avanzando nel terreno e segmentadosi in internodi, su parte dei quali si sviluppa anche la radice fascicolata creando un apparato radicale simpodiale misto. Interrompendo la continuità di questo apparato radicale, ne interrompo la crescita e lo posso fare con ostacoli come fossi profondi un metro e larghi altrettanto e gestendoli. La radice cercherà di uscire dal continuum del terreno per arrivare dall’altro lato: in questo caso l’intervento da fare è semplicemente la trinciatura meccanica o manuale, spezzettando il rizoma; quando il rizoma è più piccolo dell’internodo, ovvero dello spazio che intercorre tra un pezzo di radice e l’altro, la radice non può più riprodursi e la sua crescita si blocca.
Per quanto riguarda la riproduzione, il Bambù Gigante non prolifera per impollinazione aerea ma per seme. Il seme nasce solo una volta, alla fine del ciclo di vita della pianta: si sviluppa sulla parte apicale della canna, è molto affusolato e pesante e cade nell’area della pianta madre originaria. Pertanto, il seme non può diffondersi per propagazione aerea ed è molto difficile anche la propagazione via acqua poiché il bambuseto, soprattutto in aree pianeggianti, alza con le sue radici il punto di piano del campo, rendendo di fatto quasi impossibile (al netto di importanti esondazioni) lo spostamento del seme fuori dall’area originale. Inoltre il seme ha una germinabilità bassissima (10-15%) che, come per tutte le graminacee, si riduce del 5% ogni anno che il seme invecchia e questo dato si riferisce al seme conservato in condizioni ottimali (anidro e all’oscuro di radiazioni) che nel campo non si realizzano.
Non è vero! Non è necessario ricorrere ad erbicidi sistemici totali che sarebbero impattanti dal punto di vista ambientale. Ci sono due metodologie principali di estirpo senza utilizzo di sostanze chimiche:
Sì, a seconda di come l’azienda che ospiterà la piantagione sceglie di gestire i suoi appezzamenti, con agricoltura convenzionale, integrata o biologica e in base ai disciplinari a cui l’azienda aderisce, producendo anche altre piante, ci saranno prodotti ammessi o meno. In generale il Bambù Gigante necessità di concimi organici ma anche chimici che, soprattutto nella prima fase post-trapianto, contribuiscono in modo determinante allo sviluppo radicale nel caso in cui ovviamente il terreno non sia ricco di sostanza organica per sostenere la crescita. Questo serve per sostenere la crescita del bambuseto. Una volta raggiunta la maturazione il bambuseto, annualmente, a seconda del tipo di diradamento che si effettua – per canna o per biomassa – ha bisogno di essere reintegrato.
L’apporto basilare a supporto della crescita del Bambù Gigante consta di:
La concimazione può essere fatta in forma solida e liquida, inoltre la pianta reagisce molto bene ad innesti microbiologici, prova ne sia la salute dei nostri bambuseti in cui integriamo apporti di consorzi microbici di diversa natura e strati di humus che supportano la crescita primaverile. Quindi per concludere il Bambù Gigante ha bisogno di concimi, sia organici che chimici, seppur non in quantità eccessiva ed è fondamentale concimare al momento giusto per supportarne la crescita. Una concimazione nel periodo sbagliato potrebbe essere controproducente.
Di solito no, consigliamo però di verificare con le Autorità locali. Essendo un’erbacea, l’errore più comune che si può commettere è il mancato rispetto della distanza dai confini perimetrali, pertanto è opportuno contattare l’Ufficio Tecnico o la Polizia Locale del Comune di pertinenza per verificare quale sia la distanza di rispetto da confini pubblici o privati per un alto fusto.
L’unica eccezione per cui bisogna prestare la massima attenzione è che il terreno non sorga in area dedicata a parco o di forte interesse ambientale, soggetta a disciplinari particolari. Si consiglia in generale di dialogare in fase di progettazione con le amministrazioni locali ed eventualmente l’ente parco per valutare la fattibilità e le accortezze da adottare. Ad oggi il bambù è facilmente contenibile quindi è stato tolto dalla blacklist delle piante infestanti da quasi tutte le Regioni italiane ma meglio verificare con le associazioni di settore e gli enti locali, onde evitare di incorrere in valutazioni di impatto ambientale o onerosi costi di bonifica e sanzioni ex post.
Non è assolutamente vero, soprattutto utilizzando il metodo agro-forestale di Forever Bambù, infatti, le erbe autoctone vengono trinciate in modo funzionale al supporto della crescita della piantagione, soprattutto nei primi anni, lasciando un'area tra il 7 e il 10% di aree incolte (“tare”) che serviranno per i passaggi. È importante notare che questa percentuale di tare è altissima nel panorama delle coltivazioni intensive. Queste aree sono incolte ma produttive e verranno trinciate, lasciandone però una parte in fioritura, a tutela degli insetti pronomi.
A pieno sviluppo queste aree, ma anche le aree perimetrali, vengono lasciate libere dal bambù che viene contenuto nel resto del campo e quindi si sviluppa una grande varietà di essenze erbacee. Gli alberi vengono eliminati di solito sebbene in alcuni bambuseti manteniamo biodiversità su tre livelli (arboree, arbustive ed erbacee), sempre in una percentuale del 7-10%. Le aree umide vengono tollerate, lo stesso fosso di contenimento della piantagione diventa un’area umida, anzi è preferibile mantenerle poiché contribuiscono alla limitazione del Bambù Gigante che teme il ristagno idrico e quindi tali aree limitano la fuoriuscita di germogli. Il bambuseto maturo ospita inoltre un’ampia varietà di avifauna autoctona che trova riparo e nidifica all’interno del bambuseto stesso.
Il bambuseto ha antagonisti naturali, seppur limitati. A livello fitopatologico, specialmente a ridosso del trapianto, infatti, abbiamo subito alcune invasioni di insetti in fase larvale (come la Popillia Japonica o scarabeo giapponese) che si nutrono dell’apparato radicale; a loro volta queste larve attirano i roditori che se ne nutrono (parassitismo di secondo livello). In generale rosure dovute a lepri, nutrie ed altri roditori potrebbero danneggiare la crescita della pianta e dei germogli. Anche i caprioli, in carenza dei tipici elementi della loro dieta, possono nutrirsi di germogli: erodendo solo la punta, il germoglio sopravvive e cresce mentre se tranciato di netto, viene compromesso lo sviluppo della canna.
Nei primi anni inoltre, a livello fisiologico, il bambuseto è stressato sia da ristagni idrici, sia, d’altra parte, da forte siccità.
Non si rilevano ad oggi, e non sono state rilevate nell’area di origine in Asia, ulteriori problematiche di origine fungina o entomologica mentre le erbe infestanti parassitoidi (come ad esempio rovi o cuscuta) che, arrampicandosi, si sviluppano in modo parassitario, possono soffocare la canna di bambù.
Non esiste solo una filiera, bensì si stanno definendo ben due filiere economiche: da una parte l’assorbimento di CO2 ed i servizi ecosistemici, dall’altro tutta la filiera industriale.
01
Il bambù ha tantissime applicazioni a livello imprenditoriale: nella filiera alimentare, industriale, tessile, cartaria e in quella della plastica innovativa (un esempio sono le bioplastiche e i tessuti di bambù).
Devi sapere che il bambuseto può sopravvivere fino a 100 anni e produce canne e germogli. Questi, anche dopo il taglio, ricrescono spontaneamente nel giro di un anno senza richiedere alcuna ripiantumazione.
In pratica, piantando bambù nel Tuo terreno, otterrai una materia prima sempre biodisponibile ed entrerai in una filiera manifatturiera produttiva enorme.
02
Il bambù, oltre ad avere migliaia di utilizzi in campo manifatturiero, è una pianta speciale anche dal punto di vista della tutela dell’ambiente. Infatti permette di assorbire ampie quantità di CO2 dall’atmosfera (fino a 36 volte di più rispetto a una pianta tradizionale) e rilasciare ossigeno, effettuando un vero e proprio filtraggio dell’aria.
Qui entra in gioco Forever Bambù con Forever Zero CO2, un progetto lanciato da poco che ci sta dando molte soddisfazioni. L’iniziativa offre alle aziende la possibilità di compensare le proprie emissioni di CO2 acquistando ettari di bambuseti.
Questo servizio viene offerto alle imprese sia sfruttando i nostri bambuseti, che “affittando” la CO2 sequestrata da piantagioni di terzi, come la Tua!
Se volessi approfondire di più, qui di seguito l’articolo completo che spiega:
1. Imprenditori agricoli, con o senza conoscenze specifiche nella coltivazione del bambù.
2. Chi possiede un terreno ma NON è un imprenditore agricolo e quindi non ha conoscenze nel settore (Ti garantiamo infatti tutta l’assistenza necessaria per avviare la piantumazione del bambù sul Tuo terreno).
Forever Bambù Holding Srl
Ss 11 padana superiore 16/18
20063 Cernusco sul naviglio (MI)
P.iva 09895100965
490.610€ I.V.
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