Lavorazione del bambù gigante: la tecnica del splittatura

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Capaci di raggiungere dimensioni sorprendenti, una volta giunte a maturazione, le canne di bambù gigante possono essere sottoposte a diversi tipi di lavorazione e utilizzate per produrre oggetti e materiali di ogni tipo. Tra le tecniche base di lavorazione del bambù troviamo la splittatura, che prevede la segmentazione delle canne in tanti piccoli pezzi (split). I listelli così ottenuti vengono poi utilizzati, ad esempio, per realizzare strutture architettoniche o elementi di design. In questo articolo, vediamo insieme in cosa consiste la splittatura del bambù e quali sono i suoi vantaggi 

Lavorazione del bambù: la fase di crescita

Il bambù gigante Moso, la specie coltivata da Forever Bambù, è noto per la sua crescita da record, che permette alla pianta di raggiungere altezze vertiginose in pochissimo tempo. 

La velocità di crescita è uno dei fattori che rendono la coltivazione del bambù gigante particolarmente redditizia: per ottenere delle canne pronte per essere lavorate e commercializzate, infatti, è sufficiente attendere pochi anni dopo la piantumazione. Inoltre, superati i primi cinque anni di vita (i più critici per la pianta), il bambù è ha una vita media di circa un secolo e di produrre canne che, anche dopo il taglio, sono in grado di ricrescere spontaneamente entro un anno, senza necessità di essere ripiantumate, con importanti risvolti dal punto di vista ambientale.

Quali dimensioni raggiungono le canne di bambù?

Fig. 1 – Le canne appena tagliate vengono adagiate a terra per l’essicazione naturale nel nostro bambuseto di Torre Pallavacina (BG). Si possono apprezzare canne di diverso diametro, derivanti da germogli di piante sempre più cresciute: la grandezza del germoglio, e conseguentemente della canna, dipende infatti dall’età della pianta madre.

Nella foto qui sopra, scattata presso il bambuseto di Torre Pallavacina (BG), si può vedere la rappresentazione a terra della crescita naturale delle canne nell’arco di cinque anni (più precisamente dal secondo al settimo anno di vita): dalle prime canne alte 1 metro, si passa all’ultima canna che raggiunge gli 8 metri di altezza. Non solo altezza, ad aumentare sono anche lo spessore e il peso: dalle prime canne, che pesano solo qualche grammo, si arriva fino all’ultima, che pesa circa 6 chili e mezzo!

Al netto di questi numeri, il volume di biomassa che un bambuseto è in grado di generare è davvero impressionante: basti pensare che in 1 mq di terreno possono essere piantumante più o meno una ventina di canne come quella più a destra nella foto. 

Coltivare bambù gigante permette quindi di usufruire di una materia prima sempre biodisponibile, che può essere utilizzata per realizzare prodotti e composti di ogni tipo (bioplastiche, ad esempio, ma anche tessuti ecologici, materiale da costruzione ecc.).

Lavorazione del bambù: la tecnica della splittatura

Una volta superata la prima fase di crescita, le canne di bambù possono essere tagliate e sottoposte alle lavorazioni necessarie che le rendono adatte alla commercializzazione.

Le canne prodotte nei bambuseti di Forever Bambù vengono lavorate con la tecnica della splitattatura: si tratta di una metodologia che, per mezzo di un apposito strumento denominato appunto bamboo splitter, prevede la ripartizione della canna in diversi pezzettini (split), rompendola in maniera regolare, senza variazioni di spessore. Quello che si vede nella foto qui sotto (Fig.2) è lo strumento attualmente utilizzato da Forever Bambù:  uno splitter a 4 lame, che suddivide la canna in 4 listelli da 3 cm di diametro. 

Fig. 2 – Bamboo Splitter a 4 lame.

I diversi split vengono poi combinati tra loro per formare geometrie più o meno complesse, come quella mostrata di seguito (Fig. 3).

Fig.3 – Prova di assemblaggio di una trama con splittato di bambù utilizzabile per la realizzazione di diversi materiali.

I listelli ottenuti con la splittatura, opportunamente assemblati, diventano quindi la base per la costruzione di strutture e prodotti di vario tipo.

Lavorazione del bambù per l’architettura 

Le canne di bambù splittate rappresentano la base di partenza di lavorazioni realizzate nel campo del design e dell’architettura, che non necessitano di canne intere, ma, appunto, di sue porzioni.

Il bambù rappresenta, in effetti, un materiale molto amato dagli architetti di tutto il mondo, per via della sua versatilità, della sua capacità di coniugare leggerezza e resistenza (si parla, a questo proposito di “acciaio vegetale”) per la sua resa estetica e – ultimo, ma non meno importante – per il suo carattere sostenibile.

Tra i vantaggi che si ottengono con l’utilizzo del bambù splittato, rispetto alle canne intere, c’è la riduzione della quantità di materiale necessario per la realizzazione delle strutture, con una conseguente riduzione del peso. 

Un esempio scenografico e affascinante di costruzione realizzabile con il bambù splittato è la cosiddetta Star Dome, una cupola a stella, simile a un gazebo, ideata dalla giapponese Kyushu Fieldwork Society a partire dagli studi geometrici dell’architetto Buckminster Fuller. La struttura permette di occupare il massimo spazio con il minimo di materiale.

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