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Tra le coltivazioni redditizie più note troviamo ad esempio lo zafferano, il tartufo, o i funghi. Più inusuale (per lo meno nel panorama europeo), ma altrettanto interessante dal punto di vista dei profitti che può generare è la coltivazione del bambù gigante.

Il bambù gigante (o bamboo), comunemente chiamato Moso, è una pianta dalla tradizione millenaria, coltivata fin dall’antichità nei paesi asiatici e di recente approdata anche sui suoli occidentali, dove sta acquisendo un crescente in successo.

Tra i motivi per cui coltivare bambù è vantaggioso c’è innanzitutto la sua grande varietà di applicazioni: con il bambù si ottiene infatti un materiale che può essere utilizzato in tantissimi ambiti, dall’edilizia al settore tessile, sostituendo altre materie prime come il legno o la plastica. Il bambù, inoltre, si può anche mangiare: i germogli di bambù sono gustosi, salutari e molto versatili, adatti a ogni tipo di preparazione.

Infine, quella del bambù gigante non è solo una delle coltivazioni più redditizie e in rapida diffusione, ma anche tra le più benefiche in termini ambientali grazie alla capacità di questa pianta di assorbire fino a 36 volte più di anidride carbonica (CO2) rispetto a un impianto arboreo tradizionale. La CO2 è uno dei gas serra responsabili dei cambiamenti climatica: coltivare bambù gigante permette di ridurne sensibilmente la quantità presente nell’aria che respiriamo, generando un importante impatto sull’ambiente.